La gratitudine attitudine alla felicità



La gratitudine non è solo ringraziare, è assaporare le cose, sentirle dentro, riconoscerle nel loro esserci.

Per ringraziare di qualcosa dobbiamo vederla, renderci conto della sua bellezza, della sua importanza, sentirsi riconoscenti per il fatto che c’è e basta.
Grande o piccola che sia, significante o insignificante per gli altri.
Spesso le cose piccole non ci sembrano così degne di gratitudine, le diamo per scontate come qualcosa che facciamo e va liscio e senza intoppi, un sorriso di un estraneo, un sorriso di qualcuno che ci vive accanto, una commessa gentile, un estraneo che ci offre il suo aiuto, una soluzione che ci risolve un piccolo fastidio piuttosto che un grande problema o pensiero, un bel paesaggio, una chiacchierata piacevole.


Davanti alle piccole cose spesso non siamo abituati a ringraziare.
Quando diamo per scontate le piccole positive cose forse diamo per scontate anche quelle che ci creano disagio, ci siamo abituati assuefatti, convinti che sarà sempre così!
Iniziamo a misurare il nostro livello di gratitudine, a osservare ogni quanto ringraziamo, per cosa…
La gratitudine va allenata, apre il cuore, ci abitua a guardare al lato ricco e abbondante della vita...ci aiuta a focalizzarci sulle cose belle che ci sono accanto e a non inseguire sempre una presunta felicità del domani che ci lascia sempre insoddisfatti perché non arriva mai...la felicità e la vita sono adesso e, sebbene in alcuni momenti sia difficilissimo aprirci alla gratitudine, è proprio in questi momenti che la vita ci chiama e ci porta il suo messaggio. La sofferenza è proprio tale perché è un messaggio forte della vita, arriva quando tutti gli altri segnali non sono stati visti, è un modo con cui la nostra anima chiede attenzione perché nella sofferenza capiamo con evidenza che qualcosa non va, che non può essere così, che ci spinge a pensare di dover cambiare qualcosa…
Quando qualcuno non ci ascolta cosa facciamo? Urliamo! Ma non è il nostro normale tono di voce, è qualcosa di straordinario...i segnali forti e che ci fanno soffrire nella nostra vita sono lo stesso...un avvertimento, un segnale forte non venuto per distruggerci come sembra, ma per parlarci…
Coltivando la gratitudine, coltiviamo la nostra vita e riceviamo segnali e intuizioni che ci allontanano sempre di più dalla necessità di soffrire…
Osserviamoci e misuriamo il nostro livello di gratitudine...sono più le lamentele o i ringraziamenti?
Non condanniamoci se le lamentele sono maggiori, dietro la lamentela c’è una nostra sofferenza, sfiducia, paura, scoraggiamento, ma iniziamo a guardare con curiosità alle cose piacevoli che ci sono nella nostra vita, proviamo a volgere lo sguardo e con amore ci si apriranno nuovi orizzonti…
Non forziamoci in questo processo, se facciamo molta fatica inizialmente potrà bastare un sorriso, iniziamo a collezionare sorrisi durante la nostra giornata vedere quanti ogni giorno ne riusciamo a fare...quelli che nascono dal cuore, che sono autentici; se non lo sono facciamoli comunque e accettiamo con consapevolezza che in questo momento sono così ma con il desiderio di vederli crescere.
Poi con il tempo aggiungiamo parole di apprezzamento e con il tempo che ci sarà necessario (tanto o poco che sia) la gratitudine sarà ricca e spontanea e ci scalderà il cuore.


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